1° classificato
Marco Galli
Scolorir del giorno
Urlano oltre le mura bronzei clamori di guerra.
Stridono brividi orrore spiriti insani strozzati.
Resiste qui entro le mura
solitaria, urànea la mia pace.
Accucciata gargolla celata
da angusto terrazzo assolato
di foglia in foglia in un volo
un gobbo arrampico lo sguardo.
Da fuori sole giungono le rondini
messaggere di profumi di mare.
D’altro più non abbisogna
il mio spirito sfrangiato.
2° classificato
Roberto Silleresi
Solitudine amica
Quando il futuro mette quasi paura
rinviene nel riposo del tempo
e si perde dietro un cielo addormentato.
Si spegne nella congettura delle nuvole,
tra i capelli di un sole
che non abbaglia più il cuore.
Compongo l’ultimo giro di poesia
riscoprendo la parola del silenzio
in un reticolo di strade sgombre di polvere,
nel brivido leggero della luna,
maitrasse dell’aria scura,
chiosco di capricci nel deserto.
Sono sfuggito al vischio del passato
rubando le ali del vento.
Le mie follie sono ombre appannate,
i sogni compostamente bruciati.
Siedo su una scala di echi
per sorbire l’odore incantato della cera.
Amica solitudine, ti ritrovo
nel giardino dei bimbi perduti,
come un elfo da tenere per mano
e gli occhi stanchi di guardare
oltre questo canneto di vetri soffiati,
questo viaggio senza accampamenti
nella realtà degli specchi frammentati.
3° classificata
Bianca Maria Pagano
Tre calendari più a sud
La danza delle formiche
fa tremare il mio vacillante equilibrio
portandomi lontano dal mio respiro.
Inseguo il mio sogno
ma mi ha lasciato tre calendari più a sud
dal mio sguardo.
E lontano dalle preghiere
il mio cuore si è sciolto
liquefatto come ghiaccio al sole.
Selle note dei miei ricordi, cantano le notti
con la voce stridula di uno strumento
male accordato e non in sintonia con il resto della partitura.
Eppure respiro…
ho un cuore
e sono ancora viva.
4° classificato
Mariano Saturno
Come si cambia
Quando partisti
con la valigia di cartone
che odorava d’ideali e di sapone
una lacrima commossa
t’inseguì finché sparisti.
Seguirono
valanghe di lettere
e fiumi di parole sommesse
di gandiane sommosse
come favole sconnesse
di terre straniere.
Ahi! quante volte
ragionammo assieme
di laceranti ingiustizie sociali,
onde alleviar le catene
di mutanti padroni
che ci trattavano male.
Quando ti ho rivisto
con l’orologio d’oro al polso
e un’industria di profumi addosso
son rimasto…
come gli occhi di un bimbo
innanzi al prestigiatore!
Non volermene fratello mio
ti preferivo con la valigia di cartone
che adorava di sogni, e di sapone.
5° classificata
Stefania Cicerchia
Fotogrammi
Brevi fotogrammi
di storie vissute
con l’innocenza
di un sorriso,
la follia
di una bravata,
una risata
che scroscia
e lentamente svanisce
come accade alla voglia di essere liberi
quando si sono spiegate le ali.
6° classificata
Marcella Dalla Valle
Sensazione
Il tuffarsi in mare è
sensazione vicina ad una parola già detta,
urlo straziante nell’atto di preghiera
per la forza assaporata.
Corpo che ti avvolgi
per poi distenderti all’infinito
sei la traccia di un rito già visto,
taciturno, antico, mai morto.
Il freddo risveglia l’immane
sensazione di sospensione,
io crollo nel pensiero che mi uccide
perché non voglio perdermi.
Il tuffarsi in mare è evasione della mente
come vele al vento che si piegano morbidamente
e si ripiegano ancora, e poi ancora…
entro nell’onda bianca.
7° classificato
Nicola Pragliola
Notte di Luglio: La Dea
Una ninfa di ieri
mi guardò impazzita
dai suoi capelli corti
e nacque con me
in un solo istante.
Cielo impastato di
mille colori e santi.
Solo allora si risvegliano
i puerili istinti di
possessione.
Scuro è il risveglio
senza alcuna nascita
quando lascerò questo
mondo giullare e buffone
di corte.
Anche il mistero della
notturna innocenza è
tutt’altro che in bilico
su corde d’oro e segnali.
Piccole impressioni improvvisate
ma poco più che reali
e solo Lei si avvicina
senza timore.
Lascio solo uno spiraglio
un piccolo e giusto
manto color di rosa.
Alcun viso mi è familiare
nell’oscura visione del
tutto impressionabile,
ma è una solita
orgia di candidi pensieri.
Il solo animo che conosca
è quello della Dea che
tutto a lungo stringe
a sé con una mano
bagnata e distinta.
8° classificato
Luca Mainini
Ove
Ove le tue fluenti vesti giacciono
È il tuo eterno profumo d’amore.
Ove i tuoi profondi occhi scrutano è
La tua singolare attenzione.
Ove le tue calde labbra poggiano
È il tuo conturbante sogno realizzato.
Ove i tuoi più intimi pensieri duellano
Nascono morbose intenzioni.
Ove le tue grazie riflettono
Appaiono le più arcane ed
Enigmatiche visioni.
Ove i tuoi blasfemi ricordi vivono
Cresce in te il più grande rimorso.
9° classificato
Gae Sicari Ruffo
Percorsi
Tra pergamene consunte
ed icone ingiallite
la memoria disfa
cesure di tempi
percorsi di vita
lungo l’arco del giorno
che muore
filamenti di parole sopite
su binari invisibili
di lune di soli remoti
per ignoti destinatari.
Sotto fregi d’oro
resta il mistero
di solitari eremi
d’ignoti guardiani
interpreti di sogni spezzati.
Polvere bianca di millenni
il capo chino cosparge
a scoprire incontaminate
verità
a disporre la mente
all’incauto avvenire.
10° classificato
Maria Luisa Lazzara
Ricordi
Lievi passi nella memoria
accendono ricordi sfumati dal tempo;
nascono nuovi pensieri
di rosso colore,
nuove ragioni di vita
per vivere ancora
un’estate assolata.
In nessun luogo ritrovo
orme già conosciute di invisibili passi;
ricordo tenui parole
di vaghe speranze,
nel magico incanto di stelle cadenti
nelle notti agostane.
Torna la voglia di voli felici
verso nidi lontani,
come farfalla che potrà mai baciare
i profumi del sogno.
Vivo per sempre
una stagione del cuore.
11° classificato
Margherita Biondo
La ricerca
Gioco d’inganno o gioco di parole
nel cielo custode del segreto
che turba la mia anima al tramonto?
Negli appetiti che indorano il mattino
sull’incoscienza di futili trastulli
inaridisco il fiato senza bere
ciò che nel calice dalla fronte sgorga
dentro un destino di lise pergamene.
Sorrisi spergiuri della luna
implacabili allertano la mente
oltre le ombrose nubi di frontiera
nella clessidra che vanifica il mordente.
Così vago in notti gravide di speme:
con le dita ripiegate dentro il cranio
per uccidere ogni illazione macilenta
alla ricerca inane di una fede
che non concede agli occhi la leggenda.
Angelo che tra le piume cela le sue ali,
bramo quel genio che savio m’acconsenta
un breve anelito di vita nel respiro
ormai sepolto tra il silenzio che pazienta.
E se la bocca mi nutre solo del mio pane
inzuppato in lacrime di memorie terse,
per saziare la fame che mi prende
agogno il muto Dio…ma non mi sente!